Chi è Niccolò
Niccolò Bizzarri , per gli amici Nicco, nasce a Firenze il 10 giugno 1998.
A due anni la diagnosi di una grave malattia degenerativa che lo costringerà sulla sedia a ruote. Non perde la gioia di vivere: il mare, la montagna, i compagni, l’università – Lettere Classiche, dove incontra un gruppo di amici che lo apre ancora di più alla vita.
Studia non solo per interesse personale ma in continuo confronto con la contraddizione che segna la sua esistenza.
Il 13 gennaio 2020 un banale incidente con la carrozzella ne provoca inaspettatamente la morte. Nel 2018 aveva iniziato a scrivere poesie, quasi per gioco. Poi l’incontro con un maestro lo spinse a iniziare un lavoro sulla propria scrittura. Nella drammaticità della sua condizione, dalla bellezza che riconosceva intorno a sé traeva gli indizi per una positività ultima del reale.
A gennaio 2021 la casa editrice Capire Edizioni ha pubblicato la raccolta delle sue poesie “Come chi vede la luce in quel momento” a cura di Davide Rondoni e con la prefazione di Daniele Mencarelli.
Una vita che non passa inosservata
La testimonianza di Niccolò non è passata inosservata!! Di lui hanno scritto tutti i principali quotidiani nazionali e locali nei giorni e nei mesi successivi alla morte (tra gli articoli reperibili online, i più significativi sono uno del Corriere fiorentino e uno di Toscana Oggi). Inizialmente, la cronaca si è interessata a lui soprattutto per l’incidente in carrozzella, ma poi, con il passare dei giorni, è stata la bellezza della sua vita a occupare le pagine dei giornali e l’attenzione della gente. Una lettera pubblicata su Facebook da alcuni suoi amici ha avuto decine di migliaia di visualizzazioni. Eccone un estratto:
Ci colpiva molto la sua serietà nello studio, nonostante la sua condizione e l’incertezza sul futuro: noi a volte, nella fatica, studiamo motivati dall’aspettativa di un lavoro, Nicco, invece, studiava gli esami con grande dedizione, piegato sul libro ma mai con affanno, come occasione di crescita nel presente. […] Commovente il suo modo di vivere la rappresentanza studentesca: ad aprile 2019 era stato eletto nel Consiglio di Corso di Studio in Lettere; da allora non aveva perso una riunione. Era in Brunelleschi punto di riferimento per tutti […]. Nicco era una impegnato nella realtà in tutti i suoi aspetti, e questo è ancora più commovente considerando la fatica che – senza farlo mai pesare – doveva fare.
Dentro l’università, nei giorni successivi alla morte, molti professori si sono mossi non solo per far sentire la propria vicinanza alla famiglia, ma proprio anche per ringraziare Niccolò perché aveva insegnato loro qualcosa. Scrive, tra i tanti, una professoressa:
Niccolò è stato un mio studente nel primo corso che tenni. […] Vi assicuro che vederlo ogni giorno in biblioteca, lo sguardo concentrato sui libri, vedere un ragazzo di vent’anni realizzarsi e trovare soddisfazione nello studio è la gioia più grande che un docente possa avere. La sua volontà di ferro, la sua capacità di vivere il presente non smetteranno mai di essere un esempio per me.
Anche un anno dopo, Niccolò non smette di far parlare di sé. Questo un articolo pubblicato su Toscana Oggi lo scorso 8 gennaio, con il racconto di alcuni amici.